NON C'è PIù ANIDRIDE CARBONICA

L'ACQUA FRIZZANTE STA DIVENTANDO UNA RARITà

DOV'È FINITA LA CO2?

Stiamo vivendo in un periodo di estrema difficoltà sotto ogni aspetto: dalla pandemia alla guerra, dal caro benzina al problema del reperimento dell’anidride carbonica. Ma cosa potrebbe comportare quest’ultima novità? Com’è possibile che le aziende non riescano più a produrre questo gas?

Sono tutte domande di attualità alle quali siamo riusciti a dare risposte solo dopo giorni di studio e ricerca. Ecco cosa abbiamo capito e scoperto.

Un po' di contesto

La difficoltà per le aziende di reperire anidride carbonica da addizionare alle proprie bevande era già emersa a fine 2021. All’epoca però sembrava che il problema potesse essere definitivamente risolto con un leggero aumento del prezzo. Ma ora non è più così.

L’amministratore delegato di Sant’Anna (prima azienda produttrice europea di acqua frizzante con 1 miliardo e 500 milioni di bottiglie prodotte) ha confessato di non riuscire più a trovare questo elemento essenziale. Per questo ha dovuto interrompere la produzione di acqua gasata nell’azienda cuneese, rinunciando così al prodotto che fruttava il 30% dei ricavi aziendali.

Il motivo che spiega questa mancanza di CO2 sembra legato al fatto che i fornitori di questo gas si siano dovuti arrendere alla sua produzione, poiché al momento non è più ne’ conveniente ne’ remunerativo. Nonostante i vari tentativi da parte degli acquirenti di mettere a disposizione un budget maggiore per il suo acquisto, i produttori di anidride carbonica hanno preferito dedicarsi ad altri comparti aziendali.

Non solo acqua

È bene ricordare che l’anidride carbonica, nell’industria alimentare, non è utilizzata solamente all’interno di acque e bevande ma per:

  • Decaffeinare il caffè
  • Sterilizzare a freddo gli alimenti
  • Prevenire la formazione di muffe
  • Inibire la proliferazione batterica
  • Congelare rapidamente gli alimenti

Quindi, se la CO2 scarseggia, non saranno solamente gli amanti dell’acqua gasata a subirne le conseguenze ma tutte quelle persone che, per scelta o necessità, utilizzano prodotti pre incartati e alimenti confezionati.

Dov'è finita la CO2?

La difficoltà di acquistare l’anidride carbonica è una problematica non solo italiana bensì europea. Ogni Stato sta avendo difficoltà a reperire questo gas fondamentale nell’industria alimentare odierna.

La problematica principale è quella del rincaro dell’energia e della difficoltà di trasporto collegata all’aumento del prezzo dei carburanti. Infatti, non è terminata l’anidride carbonica sulla terra, bensì al giorno d’oggi è diventato sconveniente per le aziende estrarla naturalmente oppure produrla chimicamente a livello industriale. Per questo, diverse aziende hanno deciso di sospendere la fornitura per un periodo, preferendo lo sviluppo di altre parti che ad oggi possono essere più redditizie e stimolanti.

Opportunità o disfatta?

Ovviamente la situazione che stiamo vivendo non è la migliore. Come la storia ci ha insegnato, dalle difficoltà estreme possono nascere opportunità uniche. 

Dopo l’appello e le considerazioni rilasciate dall’AD di Sant’Anna, Coldiretti Torino si è fatta avanti con una proposta che potrebbe avere più di un risvolto positivo. L’opportunità è la seguente: integrando all’interno delle aziende agricole biodigestori di nuova fattura, gli allevamenti di bestiame possono essere trasformati da problema ambientale a risorsa energetica ed industriale, sfatando definitivamente il mito secondo il quale il settore agroalimentare inquinerebbe di più rispetto a quello dei trasporti. 

La proposta di Coldiretti Torino sembra già interessante così. A noi però il metodo scientifico piace, così ci siamo informati se questi biodigestori possano risolvere il problema. 

Abbiamo scoperto che a Candiolo, alle porte della città di Torino, Coldiretti sta raggruppando gli allevatori della zona sud della provincia torinese. Proprio qui, stanno testando queste macchine super innovative. Indovina un po’? I risultati attuali danno ottime speranze! Grazie ai biodigestori si arriva a produrre metano che risulta più puro rispetto a quello prodotto dalle industrie. E l’anidride carbonica? Nel processo di refrigerazione che porta alla sintesi del metano, il bioreattore separa proprio la CO2, la quale viene liquefatta a temperature che si aggirano ai -40°C rendendola priva di impurità e trasportabile attraverso autocisterne.

Questa soluzione potrebbe essere il punto di partenza per un cambiamento dei paradigmi lavorativi e industriali moderni: sfruttare la tecnologia per la transizione ecologica.

La nostra proposta di consulenza in 6 step

Scopri come ricevere una consulenza personalizzata

La nostra proposta di consulenza in 6 step

Scopri come ricevere una consulenza personalizzata

Contattaci

telefonicamente, via mail o compilando il form qui sotto 

Veniamo a trovarti personalmente

per capire come possiamo esserti utili 

Cominciamo a lavorare insieme

realizzando ogni step del nostro progetto condiviso

Fissiamo un appuntamento

in base alle tue esigenze organizzative

Studiamo la migliore strategia per la tua attività

che ti illustreremo con tutti i dettagli

Ti seguiamo nelle fasi successive al progetto

rimanendo sempre in contatto con te 

Contattaci

telefonicamente, via mail o compilando il form qui sotto 

Fissiamo un appuntamento

in base alle tue esigenze organizzative

Veniamo a trovarti personalmente

per capire come possiamo esserti utili 

Studiamo la migliore strategia per la tua attività

che ti illustreremo con tutti i dettagli

Cominciamo a lavorare insieme

realizzando ogni step del nostro progetto condiviso

Ti seguiamo nelle fasi successive al progetto

rimanendo sempre in contatto con te